UN PROGRAMMA COMUNE PER
IL COMPRENSORIO SAVONESE E LA VALBORMIDA
di Franco Astengo
Sintesi degli interventi
nel convegno “Savona e l’Isolamento Politico e Sociale” svolto
il 30 luglio presso la Società Generale di Via San Lorenzo (g.c.) e
organizzata dal gruppo “Quelli della Rebagliati – Il Rosso non è
il nero”. Nel corso del convegno è stato presentato il progetto
elaborato da Giorgio Ajassa e Dario Zucchelli al riguardo delle
infrastrutture ferroviarie tra Savona e il Piemonte.
“Un programma che
comprenda punti comuni per il comprensorio savonese e la Val Bormida”
questa la proposta più significativa avanzata da Sergio Tortarolo in
conclusione del convegno “Savona e l’isolamento politico e
sociale”.
Richiamo alla
comprensorialità svolto anche da Bruno Marengo nel pronunciare, in
apertura dei lavori, un ricordo di Angelo Carossino, sindaco di
Savona dal 1960 al 1966 scomparso nei giorni scorsi. In quel periodo
infatti iniziò l’elaborazione del PRIS, strumento di
programmazione economica e urbanistica che in seguito promosse per
molto tempo una fase di sviluppo dell’intera area centrale del
savonese.
Una proposta, quella
della comprensorialità attraverso la quale può essere realizzato
quell’innalzamento di qualità programmatica, quella visione di
“pensiero lungo” richiesto da Franco Astengo nell’introduzione
ai lavori, presieduti da Franca Ferrando.
Lo scopo indicato nella
relazione è stato quello di riuscire a concretizzare al meglio la
richiesta di apertura di un nuovo ciclo per la città di Savona nel
senso di una rottura non episodica sia rispetto all’attuale
amministrazione (giudicata “priva di vocazione”) sia con il
passato del primo decennio del XXI secolo allorquando fu completato
lo scambio deindustrializzazione / speculazione edilizio. Uno scambio
che non solo ha abbruttito la Città e avviato un processo di vero e
proprio spopolamento ma l’ha privata anche di un’identità
riconoscibile: è stato nel corso del primo decennio del 2000 che va
cercato “il colpevole” come richiesto nel suo intervento da Mimmo
Lombezzi.
Le due scadenze
elettorali, quella immediata per l’elezione del Presidente e del
Consiglio Regionale della Liguria e quella prevista per il 2021 per
l’elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale di Savona
rappresenteranno due tappe fondamentali per delineare una svolta.
Il dibattito ha ruotato
attorno alla presentazione del progetto riguardante le infrastrutture
ferroviarie necessarie al savonese per uscire dall’isolamento.
Il progetto è stato
presentato con ampi riferimenti alla realtà regionale e di tutto il
Nord – Ovest da parte dei suoi estensori Dario Zucchelli e Giorgio
Ajassa suscitando il più vivo interesse da parte dei presenti.
Un progetto direttamente
connesso con la questione del lavoro che in questo modo ha assunto,
nella proposizione di gran parte degli interventi, una vero e proprio
recupero di “centralità” dopo un lungo periodo nel quale le
istituzioni lo avevano relegato in secondo piano agitando
strumentalmente il conflitto con l’ambiente come ha segnalato nel
suo intervento Livio Di Tullio.
Sulla questione
infrastrutturale in una chiave riferita all’intero nord – ovest è
intervenuto anche Maina, esponente di “Noi per Savona”.
L’altro argomento che
ha polarizzato la parte centrale del confronto è stato quello della
costruzione di un’offerta politica adeguata per avviare, partendo
dalle elezioni del 2021, quel già richiamato“nuovo ciclo” per
Savona.
Sergio Acquilino ha
proposto una larga alleanza a sinistra che Marco Russo ha definito
come “Patto”: entrambi comunque hanno insistito sul concetto di
una “larga” concentrazione di soggetti posta in relazione a
precisi punti programmatici, larga concentrazione di forze
sollecitata anche dall’intervento di Rita Caviglia; a questo
proposito Gabriella Branca ha portato l’esempio della costruzione
della candidatura Sansa in Regione e sottolineato la natura
sperimentale dell’accordo con il Movimento 5 Stelle.
Sul tema della
costruzione di un accordo politico è intervenuto anche Livio Di
Tullio accennando alla formazione di un “movimento civico”.
Marco Russo inoltre ha
toccato diversi aspetti dell’isolamento di cui soffre Savona,
citando tra questi anche il sociale nella cui caduta di espressione
pubblica si è riscontrata la solitudine delle persone, in
particolare di quelle in maggiore difficoltà com’è stato
dimostrato nel periodo del lockdown.
Altro punto sviluppato in
diversi interventi quello del decentramento.
Il tema del decentramento
è stato ripreso anche nelle conclusioni da Sergio Tortarolo che ha
usato la formula del “rinnovo della Città a partire dalle
periferie”. Periferie nella quali andrà costruito un “gruppo
dirigente diffuso” capace di diffondere socialità e solidarietà.
Sui temi dell’attualità
delle condizione dell’amministrazione savonese e sull’incapacità
dell’attuale giunta di affrontare i problemi concreti della città
si sono soffermati la capogruppo del PD Elisa di Padova e quello di
Rete a Sinistra Marco Ravera.
Sono intervenuti anche
Antonio Vallarino sulla questione della proprietà cinese della
Piattaforma Maersk e Dilvo Vannoni sull’auspicio formulato da
“Savona antifascista” di tornare ad un “Comune antifascista”.
Nella sostanza il
dibattito sviluppato nel corso del convegno ha dimostrato una forte
possibilità di concretizzazione di istanze di superamento
dell’isolamento di cui soffre Savona grazie alle proposte contenute
nel progetto di Ajassa e Zucchelli e una richiesta di ritorno alla
dimensione comprensoriale e di decentramento cittadino come sostenuto
da Sergio Tortarolo e Bruno Marengo.
Si sono così poste le
premesse per un prosieguo del confronto sul tema più proprio della
formazione di una adeguata “offerta politica” , tema presente nei
diversi aspetti degli interventi di Marco Russo, Livio Di Tullio,
Sergio Acquilino.