Oggi si parla molto di
Islam, spesso anche a sproposito. In realtà un approccio più
meditato (e rispettoso) al Corano e alla tradizione islamica riserva
non poche sorprese. E' il caso di San Giovanni Battista, figura
venerata anche dai musulmani. Se ne parla nel libro I fuochi di San
Giovanni, edito a cura dell'Amministrazione Comunale di Carcare che
verrà presentato il giorno 26 agosto 2016, alle ore 18.00, a Carcare
in via Naronti. Agli intervenuti verrà fatto omaggio del volume.
Giorgio
Amico
Il culto
di San Giovanni e l'Islam
Il Battista non è figura
di rilievo solo per la tradizione cristiana, lo è anche per i
musulmani. L'Islam venera Yaḥyā ibn Zakarīyā (Giovanni figlio di
Zaccaria) come uno dei profeti precedenti a Maometto: un uomo di
grande levatura morale e spirituale, fedele ad Allah, al pari di Gesù
e degli altri profeti biblici. Tanto da essere citato ben cinque
volte nel Corano nelle Sure 3, 6, 19 e 20.
In particolare la Sura 3,
quella de “La gente di 'Imran”,
nel versetto 39 lo definisce: “capo, casto, nabi [profeta],
apparterrà alla schiera dei pii", mentre la Sura 19 o di Maryam
riprende quasi letteralmente il racconto di Luca sul concepimento
miracoloso del Battista da parte della moglie di Zaccaria.
Il Corano tace invece
sull'assassinio di Giovanni da parte di Erode Antipa, ma fra gli
studiosi c'è chi ritiene che un'allusione alla fine del Battista e
alle nefaste conseguenze che questa avrebbe avuto sul popolo ebraico
sia contenuta nei primi versetti della Sura 17 in cui si annuncia
agli ebrei che avendo per due volte «seminato
lo scandalo sulla terra»,
essi saranno per due volte puniti da Dio e che la seconda punizione
comporterà la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Dove doppia
colpa è relativa alle morti del Battista e di Cristo. Forte è
ancora oggi in parte del mondo islamico la devozione nei confronti
del Santo, considerato uno dei precursori del Profeta Maometto.
Nella
Grande Moschea degli Homayyadi a Damasco, costruita sui resti di una
antichissima chiesa bizantina dedicata a San Giovanni Battista, si
venera il reliquario del Profeta Yahya che si dice contenga la testa
del profeta ritrovata durante gli scavi per la costruzione
dell'edificio.
Ta'zieh a Teheran alla fine dell'Ottocento
Il Battista è poi
particolarmente caro all'Islam sciita che lo collega alla figura di
Huseyn, figlio del Califfo Alì, morto nella battaglia di Kerbala
combattendo in difesa della fede sciita il giorno dell'Ashura
nell'anno 61 dell'Egira, corrispondente al 10 ottobre 680. Il
martirio di Giovanni assume in questa visione il ruolo di profetica
prefigurazione della morte di Huseyn la cui testa mozza era stata
esposta nella piazza di Damasco, proprio nel luogo dove oggi sorge la
Grande Moschea Homayyade.
Ancora al giorno d'oggi i
riti che si svolgono annualmente durante la commemorazione
dell'Ashura in segno di lutto collettivo prevedono i Ta' zieh,
manifestazione di cordoglio rituale, vere e proprie sacre
rappresentazioni, in cui uomini vestiti a lutto si battono il petto
al suono dei tamburi e si flagellano. In questo contesto
particolarmente interessanti sono i Rouzekhani, recite di versetti
coranici e poemi che trattano delle vicende degli Imam sciiti. In
alcuni di questi si racconta la storia della decapitazione del
Battista, testimone della vera fede, proprio come Huseyn, il nipote
del Profeta.
(Dal libro di Giorgio Amico, I fuochi di San Giovanni)