TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 18 agosto 2016

Piccola Orchestra Invisibile live at the Overpass



Piccola Orchestra Invisibile live at the Overpass

venerdì 19 agosto
dalle ore 21.15 alle 23.00
presso la Galleria d'arte
The OVERPASS
Via Richeri 33, 17025 Loano

La rassegna the OVERPASS Live Sessions compie un anno e festeggia alla grande con il concerto della Piccola Orchestra Invisibile in un allestimento ideato da Officina 82 di Garessio.

Concerto e rinfresco a ingresso libero fino a esaurimento posti a sedere.

La Piccola Orchestra Invisibile è un cantautore savonese che si chiama Luca Amico. E’ un fragile viaggio umano – letterario – musicale, alla ricerca di sé, ma possibilmente insieme agli altri. E’ una chitarra nuda, una voce cruda ed emozioni senza filtro che mette in scena un teatro canzone tra monologhi e musica, un equilibrio fragile tra minimalismo ed emozione.

"Storie che non sono la mia" è uno spettacolo che si muove in punta di piedi tra letteratura e canzone, che danza come i pesci rossi di Matisse, che guarda a Gaber e che legge Celine. Un’ora alla ricerca di nuove domande, con accompagnamento musicale.

Luca Amico è nato e cresciuto a Savona, ha circa 36 anni e tormenta chitarra e corde vocali da quando ne aveva 14. 

Dice di sé: "sono stato molte cose e molte cose ancora sono e sarò.

Ho suonato e cantato negli anni generi diversi, come abiti con cui vestire i sentimenti. Poi un po’ per scelta e un po’ per caso, come sempre accade, ho deciso che avevo voglia di spogliarmi: della complessità degli arrangiamenti, degli altri strumenti, degli altri musicisti, delle tecniche di registrazione, della raffinatezza, di tutto ciò che trasformava una piccola melodia in una vera canzone; era invece il momento di cercare una canzone vera. Ciò che volevo era togliere ogni cosa per lasciare solo l’emozione.

La Piccola Orchestra Invisibile sono io. Però è un gruppo. Una band, insomma. Anche se di una persona sola. Ecco, è come dire che sono io, ma non solo, è qualcosa di più di me, ed allo stesso tempo meno, di me.

E' piccola. Non c'è altro che chitarra e voce. Una chitarra. E una voce. Entrambe fragili e delicate come il viaggio umano che indossano.

E' una orchestra. Lo spazio della musica, se vogliamo una spericolata interpretazione dell'etimologia della parola greca. E' lo spazio, della musica. Senza i fuochi di artificio della tecnica, senza l’arte e l’artigianato che rendono una tavola di legno, adibita ad altare, una cattedrale.

Ed è invisibile. Come lo sono i sentimenti. Che bruciano e straziano eppure non si vedono, e non si toccano. L'essenziale è invisibile agli occhi, diceva un aviatore che tanto ha volato nei sogni di generazioni di bambini di ogni età. Anche la mia piccola orchestra lo è, invisibile. Ed essenziale nella sua riduzione al minimo possibile."