Giorgio Amico
Se questi sono uomini
No, non è colpa della scuola che non
fa più leggere il diario di Anna Frank.
Neanche l'ignoranza c'entra qualcosa.
Gli ultras della Lazio non hanno
bisogno di andare ad Auschwitz per capire.
L'orrore di Auschwitz lo portano
dentro, nella testa e nel cuore.
Nella miseria delle loro vite
insignificanti, nella pochezza dei loro pensieri.
Nella totale incapacità d'amore.
Pieni d'odio verso tutto quello che non
capiscono, che riflette la loro nullità.
"Ebreo" è la parola magica
che apre le porte della cella oscura in cui vivono.
"Ebreo" l'incantesimo che scioglie le catene che paralizzano
la loro vita.
"Ebreo" è tutto ciò che
loro non riusciranno mai ad essere.
"Ebreo" è il fantasma che
tormenta i loro giorni inutili.
"Ebreo" è il male assoluto
da esorcizzare, il nemico da abbattere.
"Ebreo" è l'insulto
peggiore. Da lanciare in faccia al nemico.
A chi non è come loro, anche solo per
il colore della maglia.
Perchè l'ebreo non è uomo.
E anche molto meno di un animale.
L'ebreo è una cosa, che si può
impunemente insultare e colpire.
Non è la prima volta che accade.
Così erano gli uomini di Hitler, così
i guardiani dei forni di Auschwitz.
Per questo è inutile portarli ad Auschwitz.
Perchè
ad Auschwitz vivono già.
Sono uomini questi?
Si. Sono uomini.
E anche fratelli. se tutti gli uomini
davvero fra loro lo sono.
Ci vuole molta fede per accettarlo.
O una grande speranza...