Riletti per voi: Underground: a pugno
chiuso! di Andrea Valcarenghi
Giorgio Amico
"Erba e Fucile". La
controcultura underground va alla guerra
Il 15 novembre 1966 esce
a Milano il primo numero di Mondo Beat, giornale underground che si
rifà all'esperienza dei beatnicks americani e dei provos olandesi.
Sulla sua scia si formano immediatamente gruppi a Roma e in altre
parti d'Italia. Nella capitale a dare solidità al movimento sono
Marco Pannella e gli attivisti del Partito Radicale, affascinati da
quella stramba umanità fatta di marginali, anarchici, vagabondi e
proto-tossici.
Gli abiti stravaganti e i
capelli lunghi sono i segni distintivi del movimento. "I capelli
lunghi - scrive Valcarenghi - sono una comunicazione, servono per
riconoscersi, per dimostrare il nostro odio verso quello che
rappresentavano i capelli corti, l'ordine borghese, i colletti
bianchi".
A marzo '67 Mondo Beat si
trasforma in una rivista a stampa, diffusa in tutta Italia nel
circuito delle librerie Feltrinelli.
Con le prime agitazioni
studentesche, il movimenta si inserisce nelle lotte degli studenti e
poi nelle occupazioni delle Università milanesi, la Statale e la
Cattolica, assumendo progressivamente con un adeguamento inevitabile
allo spirito del tempo una caratterizzazione maoista. Ma di un maoismo
particolare, ironico e non privo di manifestazioni dissacranti a
partire dall'immagine di un Presidente Mao capellone e alternativo
che non disdegna tra uno slogan e l'altro anche di farsi un a canna.
Nel 1970 Mondo Beat
diventa Re Nudo. A dicembre Milano è tappezzata di scritte con re
Nudo seguito da un punto interrogativo. I milanesi non capiscono cosa
significhi, che senso abbia. La cosa fa scalpore. Il lancio perfetto
per il nuovo giornale che già al primo numero a Milano supera le
ottomila copie vendute.
"Nel 71 - scrive
Valcarenghi - l'underground esplode anche in Italia. I gruppi
rivoluzionari non sono in grado di dare una risposta al problema del
superamento della scissione fra attività politica e vita privata".
Re Nudo, tutto sesso
liberato droga e musica, cerca di spostare un movimento
rivoluzionario che coinvolge centinaia di migliaia di giovani da un
terreno astrattamente politico alla contestazione della vita
quotidiana in tutti i suoi aspetti. Il privato diventa politico. È quello che su un
altro versante sta tentando di fare con la pratica della
autocoscienza il nascente movimento femminista.
Re Nudo punta sul fumo,
sulla musica, sul sesso liberato secondo la lezione reichiana, ma
riflette comunque anche l'incupirsi dei tempi, la strategia della
tensione e lo squadrismo nero, le tentazioni di una risposta armata.
"Tutto il potere al
popolo" e "Erba e Fucile" diventano gli slogan di Re
Nudo. Come per i gruppi della Nuova sinistra è l'inizio del
declino. Lo capisce benissimo Pannella che nell'introduzione,
ferocemente polemica, al libro di Valcarenghi, ammonisce:
"Fare dell'erba un
segno positivo e definitivo di raccordo e di speranza comuni mi par
poco e sbagliato. Né basta, penso, aggiungervi come puntello il
vostro 'fucile' (...) armi suicide per chi speri ragionevolmente di
poter edificare una società (un po' più) libertaria, di
prefigurarla rivoluzionando se stesso, i propri meccanismi, il
proprio ambiente e senza usar mezzi, metodi, idee che rafforzano le
ragioni stesse dell'avversario (...) la rivoluzione fucilocentrica o
fucilo-cratica, o anche solo pugnocentrica o pugnocratica non è
altro che il sistema che si reincarna e prosegue".
Siamo nel 1973 e forse
nemmeno Pannella immaginava quanto profetiche si sarebbero presto
dimostrate queste sue parole. Il 1977 sarebbe stata l'ultimo
scossone. Una grande festa collettiva destinata a finire presto con
il sequestro Moro e la grande sconfitta operaia alla FIAT. Due eventi
epocali che cambieranno il segno della politica e della società
italiana. Inizia un'epoca buia da cui non siamo ancora usciti.