Da
bambino dalla finestra della mia camera al Parasio vedevo la casa natale di San
Leonardo di cui mia nonna mi raccontava i miracoli. Mai avrei
immaginato allora che da adulto mi sarei occupato del ruolo
importante che il predicatore francescano ebbe nella violenta persecuzione
antimassonica scatenata nel 1751 da Papa Benedetto XIV.
Giorgio Amico
San Leonardo da Porto
Maurizio contro la Massoneria "peste del mondo cattolico"
Con l'enciclica Providas
Romanorum Pontificum del 28 maggio 1751, Benedetto XIV rinnova la
scomunica nei riguardi degli appartenenti alla Massoneria, rinnovando
la condanna emessa solo tredici anni prima da Clemente XII (In
eminenti, 28 aprile 1738).
Il Pontefice è
particolarmente preoccupato dalla situazione venutasi a creare nel
regno di Napoli dove gli inquisitori gli segnalano il rapido
diffondersi di quella che per la Chiesa è una setta diabolica che
mette in pericolo i pilastri della società: la corona e la tiara.
Tant'è che il Papa
inizia un serrato scambio di lettere con il re di Napoli affinché
anche il potere politico si attivi contro la malefica setta: "Noi
- scrive Benedetto XIV - con ogni maggiore efficacia prescriviamo
l'aiuto delle Potestà secolari, essendo i Principi Cattolici
prescelti da Dio per essere Protettori della Fede ed alla Chiesa".
Spaventa la Chiesa
"l'accoppiamento di persone di qualsivoglia religione e setta
nelle adunanze: il che ognuno ben sa quanto possa essere nocivo alla
nostra santa cattolica Religione".
È inaccettabile che
si riuniscano nelle logge uomini di fedi e idee politiche diverse in
un clima di fratellanza e di armonia. Questo viene visto come un
pericolo mortale per una istituzione come la Chiesa che si ritiene
depositaria della verità e considera nell'errore (e spesso
perseguita) chi non ne condivida le posizioni. Insomma a preoccupare è la
tolleranza e il rifiuto dell'assolutismo monarchico dei massoni che,
nota il Papa, osano associarsi e riunirsi senza il permesso
preventivo dell'autorità regia. "Radunanze e società vietate -
scrive nell'enciclica- mancando l'autorità del principe".
Uno dei maggiori
sostenitori di questa nuova campagna antimassonica é il predicatore
francescano di Porto Maurizio Paolo Girolamo Casanova, meglio
conosciuto come frate Leonardo, inventore del rito della Via Crucis, canonizzato nel 1867, proprio nel periodo di maggior
contrasto tra la Chiesa e il pensiero liberale, di cui la Massoneria
settecentesca era stata in qualche modo la prima manifestazione.
San Leonardo è tra i più
ascoltati consiglieri del Papa ed è considerato anche da uno
studioso cattolico come il paolino Rosario F. Esposito, tra i
principali ispiratori della scomunica. In una lettera del 9 luglio a
Benedetto XIV S. Leonardo plaude entusiasticamente all'opera
antimassonica del pontefice. La riportiamo per la parte che ci
interessa:
"La grazia dello
Spirito Santo sia sempre colla Santità vostra. Non mi posso saziare
di ripetere più volte. Benedetto sia Dio! Benedetto sia Dio per due
punti di grande conseguenza di che si è compiaciuto ragguagliarmi
colla sua amorevolissima, cioè l'accomodamento delle differenze
insorte tra i religiosi francesi ed italiani della Missione, e
destrezza con cui si è accattivato il re di Napoli per dare addosso
ai Liberi Muratori che son veri ateisti e la peste del mondo
cattolico [sottolineatura nostra]. In quanto al primo... In
quanto al secondo vorrei potermi disfare per estirpare questa
gramigna che va serrando per la nostra Italia, con tanto danno per le
povere anime. In Nizza, in Provenza, avevano fatto il nido, e fui
condotto a vedere il luogo dove facevano le loro conventicole: sul
pavimento v'erano alcune figure stravaganti, e si conosce che si
servono della magia ed hanno corrispondenza con l'inferno
[Sottolineatura nostra]. Mi è stato detto che la Santità vostra
abbia fatto una nuova Bolla contro questi perfidi, ed avrei molto
caro di vederla. Spero che Iddio aprirà gli occhi a' Principi
cristiani, acciò facciano una sacra Lega per distruggerli affatto.
In Nizza si crede che loro operassero in modo che quel Vescovo a ciò
non si facesse la missione. E infatti loro riuscirono; e ci convenne
partire con le trombe nel sacco; il che dispiacque al re Sardo, che
già mi aveva dato il placet, e mi mandò a dire che avevo fatto male
a non scrivere a lui, perché avrebbe dato tutta la mano". (1)
Sembra di capire che al
futuro "santo" bruci molto che nella tollerante Nizza,
città di mercanti aperta ai contatti e agli scambi, non lo si fosse seguito nella sua campagna persecutoria antimassonica, tanto da
costringerlo ad allontanarsi dalla città.
Altri, ben più potenti,
lo seguiranno. In Spagna e Portogallo per i Liberi Muratori si
apriranno le porte dei carceri dell'Inquisizione. Costretti sotto
tortura a rivelare i segreti dell'Istituzione, molti finiranno non
più sul rogo, che nel Settecento ormai non si usa più, ma
incatenati ai remi delle galee della marina imperiale.
1. San Leonardo, Opere
complete, vol. IV, Venezia, 1868, p. 358